Catalogo





DIALOGO DI VASSILIKI ATHENA VAYENOU
CON LORENZO BRUSCHINI

Dal Catalogo della Mostra 

"Lorenzo Bruschini - Scendeva simile alla notte"
84 pag. - De Luca Editori d'Arte, 2021


 

Vassiliki A.Vayenou, storica dell'arte e curatrice indipendente, vive e lavora fra Atene e Berlino. Si è formata a New York presso il Queens College e l'Hunter College, specializzandosi in seguito presso il Courtauld Institute of Art di Londra. Ha curato mostre d'arte in Grecia, Germania, Norvegia e Belgio, scrivendo numerose recensioni, articoli per artisti e cataloghi di mostre. Ha collaborato, fra gli altri, con il Greek State Museum of Contemporary Art.

     


     1-    Il tuo progetto Viaggio a Hierapytna esamina aspetti del concetto di vita indistruttibile. Cosa rappresenta esattamente questa idea?


Ho mutuato il concetto di vita indistruttibile dagli studi di Károli Kerényi. Riguarda una riflessione sulle due differenti parole che nella Grecia antica designano la vita: Bìos e Zoé. La parola Bìos indica la vita finita, che termina con la morte. La parola Zoé indica la vita nel senso più vasto, comprendente tutte le forme viventi (Zôa) e, più in generale, la vita in quanto processo senza fine, che include le morti e le nascite che si susseguono lungo le generazioni: attraversa il tempo profondo ed è in questo senso indistruttibile. Ho lavorato a questi temi nella valle di Amari sull`isola di Creta, alle pendici del Monte Ida, la grande montagna - anche detta Psiloritis - che custodisce la più importante grotta cultuale dell`antichità, dove per i Greci nacque Zeus, e nei cui meandri Dante collocherà più avanti le sorgenti dei fiumi dell`Inferno. In questo luogo sacro delle origini, studiando l’etimologia dei vocaboli greci per presentarmi in modo coerente al mio progetto agli uomini della valle - pastori e cacciatori dalla statura possente e la fierezza di guerrieri, ancora oggi dediti alla coltura della vite, dell`olio e del miele, uomini ospitali, ma che gli animali temono in quanto forieri di morte funesta - ho vissuto e compreso nella sua essenza originaria l`antica parola greca Zographos, termine che indica il pittore. Composto di Zoé - la vita nella sua manifestazione più ampia - e di Graphein - disegnare - questo vocabolo è giunto inalterato nel greco moderno, ma non ha equivalenti dal punto di vista etimologico nelle lingue occidentali, che hanno adotatto il latino pictor. Il termine italiano pittore, come l’inglese painter, il francese peintre, lo spagnolo pintor etc., insistono sull’aspetto manuale del dipingere (rappresentare, ritrarre con i colori). Lo Zographos diviene Pictor, l’abile creatore di immagini, ma - in virtù della dissociazione dalla Zoé - diviene anche vulnerabile nei confronti del sistema politico, religioso, culturale o economico di volta in volta dominante, che nelle modalità più sottili ne guida o influenza le rappresentazioni, come anche oggi accade. Di contro, il pittore in contatto con il suo archetipo disegna la vita in quanto Zoé, il suo sguardo si volge verso i territori più vasti della vita indistruttibile, panorami dello spirito che includono la morte. In questo modo io sono pittore.

2- Il tuo libro d`artista è una forma di diario di viaggio in cui hai rappresentato le impressioni, esperienze, emozioni e sogni che hai avuto durante il tuo viaggio in Grecia. In un certo senso questa pratica mi riporta alla mente quella di alcuni Europei filoellenici del XIX secolo che testimoniarono la lotta della Grecia per l`indipendenza e scrissero le loro memorie del paese. Vi sono alcuni suggerimenti circa l’attuale situazione della Grecia nel tuo libro?


Il mio libro d`artista è una forma di diario figurato in cui ho rappresentato impressioni ed emozioni, esperienze visive coscienti e oniriche, sottoponendole a un ulteriore processo di elaborazione di natura pittorica. Due libri di viaggio che mi hanno incoraggiato nella fase progettuale sono stati Italienische Reise di Goethe e Voyage en Orient di Gérard de Nerval. Ma più di essi m`hanno ispirato lo studio del greco antico, l`Odissea e soprattutto l`Iliade. Degli amici ellenici ho ammirato la generosa, autentica ospitalità, come anche la tenacia, la fierezza e il coraggio. E poi la propensione all’amicizia e all’ascolto, qualità forgiate da un senso classico dell’armonia: credo che queste caratteristiche identitarie siano precisamente greche, e ho assistito in più di un`occasione alla nascita di nuovi promettenti progetti, oggi come allora dibattuti nell’agorà di lontani villaggi, oppure in deliziosi banchetti, cui fa seguito il dialogo, un oratore alla volta, nello spirito platonico; così come ho potuto vedere e ascoltare la forza della protesta, dal sentimento di coro tragico, in schiere di giovani simili a soldati nel loro incedere ordinato e uniti in un canto dalle antiche cadenze. Nel libro sono presenti disegni che rievocano alcuni di questi incontri. D`altra parte, il mio compito è consistito nella ricerca di un punto di vista archetipico e non antropocentrico sulla natura dei luoghi che ho attraversato, un punto di vista che, coniando dal greco antico una nuova parola, vorrei definire in italiano zografico. Mi sono così proposto di viaggiare lentamente e in solitudine attraverso la Grecia continentale e il Peloponneso fino all`isola di Creta, per avere la libertà di cogliere, attraverso il disegno, la vita in quanto Zoè.

3- Chi sono i protagonisti del tuo libro? Vi è una trama o un messaggio?

Nel corso della preparazione del progetto ho disegnato una mappa di riferimenti mitici e archetipici, concependo il libro d`artista come un cahier dove testimoniare, lungo gli spostamenti e le soste, la loro prossimità. E la ricerca s`è aperta nel segno del Serpente, affiorato all’improvviso dall’acqua mentre meditavo sulle sponde di un lago. Simbolo di morte e di rinascita (Ouroboros), il Serpente è l’animale che, strisciando sulla terra, si trova con la Zoé nel rapporto più intimo. Il Serpente è inoltre spiraliforme, come lo è la struttura del Labirinto: entrambi i simboli rimandano a qualcosa di reale, di estremamente vitale e mortale al tempo stesso. Fabbricando prima della partenza il quaderno dalle pagine bianche, intuivo che sarebbe diventato un`opera in sé e guardando ora all`intera successione di immagini, il Viaggio a Hierapytna mi appare più chiaramente in questa luce: protagonista del progetto è il linguaggio stesso del disegno, in quanto forma sperimentale di relazione con la realtà. Fra i molti significati, che per me si sono andati svelando, vorrei parlare dell`Ultimo sogno di Creta, il disegno nel quale una misteriosa creatura mi uccide sullo sfondo blu opalescente del cielo autunnale di Creta. L’esperienza del viaggio dalle suggestioni arcaiche, il rischio interiore della ricerca, protratta in solitudine nell’atelier animato dal fuoco e dal vento, mi hanno permesso di intraprendere un`autentica versione psichica del mito: così, giunto al termine della Danza nel cuore stesso del Labirinto, vi ho conosciuto una Morte Simbolica.

4- Viaggio a Hierapytna è una narrazione che hai fabbricato con l`aiuto della tua lunga ricerca su elementi del mito, dell`epica e della poesia tragica - e della tua fiducia nella verità che può essere trovata nei sogni. È una sorta di tentativo di riscoprire la loro importanza e la loro rilevanza per le preoccupazioni contemporanee?

Il mito, il sogno e la poesia sono a tutti gli effetti elementi della realtà, essi sono essenziali allo sviluppo dell’intelligenza simbolica e si prestano a essere chiavi di comprensione del passato, del presente e anche del futuro. Se impiegati per indagare la vita, e non solo per riconoscere la realtà nominale delle cose, essi sono anche ponti verso un più nascosto universo archetipico, unitamente alle sfere dell`Eros e dello stesso Logos. Purché si sia pronti a sondare la Psyché - in greco l’anima - del mondo, di cui l’individuo è espressione. Sperimentare se stessi come un`eterna speranza, creando spazio dentro di sé al di là dei molteplici condizionamenti, e sensibilizzare il corpo, educando al contempo lo sguardo alla complessità della visione: in questo modo disegnare è per me un mezzo per accedere a un livello di coscienza più profondo. Un processo in cui si consolida l’identità che sa di non sapere...Posso dunque testimoniare l`importanza che il disegno ha avuto nel mio percorso, generando una più immediata relazione con la Zoé e ponendosi, attraverso il fare manuale, come una ginnastica interiore e una tensione alla trasparenza, innanzitutto con me stesso: come insegna la lingua greca, l`esercizio - anche nel pensiero - esige nudità. Su queste basi gli elementi del mito, del sogno e della poesia tragica, che ho approfondito nel tempo, hanno guidato l`esplorazione degli aspetti interiori ed esteriori, visibili e invisibili del mio Viaggio a Hierapytna.

5- Parte del tuo processo artistico ha incluso ridipinture e la rimozione di alcune delle pagine oppure il loro attaccamento con la colla. C`erano dei criteri specifici su cosa dovesse essere lasciato visibile e cosa dovesse essere coperto per sempre?      

Mentre stavo completando il libro d`artista ho preso alcune decisioni. Ho scelto di sacrificare molti disegni, che sono ora integrati nel libro, incollati fra le pagine e non più visibili. Altri ne ho rimossi oppure riadattati, sublimandone l`esperienza nel ricordo o in nuove forme e immagini simboliche. Eppure, essi sono ancora dentro di me - e nel libro - come una sorta di sentimenti segreti, una specie di inconscio nell`inconscio che a tratti traspare. Li ho sacrificati assecondando il mio istinto creativo, conferendo insieme una struttura più resistente al manufatto artistico, ancora una volta secondo un principio greco: quello dell`arte come Téchne.


6- Il tuo viaggio a Creta ha avuto un triplice significato per te e per la tua ispirazione artistica: geografico, storico e interiore. Ce ne parli?

Hierapytna, affacciata sul Mar Libico, sorgeva sull`attuale Ierapetra (sacra/pietra). Segnando da millenni il confine meridionale estremo dell`Europa e della sua civiltà, essa incarna il valore simbolico di una soglia. Ho concepito il viaggio come un percorso a ritroso verso quella simbolica pietra sacra. Attraversando la Grecia continentale e il Peloponneso fino a raggiungere Creta e i suoi confini rivolti all’Africa e al Medio Oriente, ho visto svelarsi nella natura dei luoghi dal simbolismo imperituro, nelle piante, negli uomini e negli altri animali, le origini minoiche dell’Occidente. Muovendomi in solitudine, unicamente via terra e via mare, ho intrapreso anche un viaggio dentro me stesso, verso i miei confini interiori - in molti modi connessi con quelli della mia civiltà d’origine. Ma l`identità, a ben vedere, non ha confini: liberandomi delle mie stesse radici, sopravvivendo a questa forma di auto-iniziazione, ho potuto scoprire una realtà più grande e forse pericolosa, ma feconda. Nel cuore montuoso dell`isola di Creta, specchio dell’anima dell’Occidente, ho lottato con il Minotauro che abita il fondo labirintico dell’identità.

7- Come è stata la tua esperienza complessiva alla ArtAmari Residency?

La ArtAmari Residency, l`istituzione di Creta che ha premiato il Progetto Hierapytna dopo una selezione internazionale, mi ha permesso di portare a compimento un`esperienza profonda, lungamente preparata nel mio percorso artistico. L’atelier su due piani nella valle di Amari, dove ho vissuto e lavorato sull’isola di Creta, è immerso in un paesaggio mirabile, permeato di tracce dell`antica cultura minoica. Uno spazio di lavoro funzionale per un artista, ma anche - all’esterno - un luogo vasto e solitario da esplorare poeticamente. In questa bella valle animata dal vento, dove la vite con l’uva cresce selvatica, rampicante sui castagni, gli uliveti maestosi dai sacri esemplari plurimillenari sono brulicanti di capre, uccelli e serpenti - e più in alto, verso lo Psiloritis, volano grandi rapaci, aquile e avvoltoi. Il Monte Ida è stato la mia costante fonte di ispirazione con i suoi colori iridescenti, così come le meravigliose, profonde notti piene di vento e di mistero.

8- Qual è il più problematico ideale che abbiamo ereditato dalla tradizione greco-romana?

Vorrei riassumerlo nell`esortazione delfica Gnôthi Seautón: conosci te stesso. A Delfi, dove il tempo è immobile e la splendida natura verticale del paesaggio è un tutt’uno armonico con l`architettura petrosa del tempio, tutto concorre e predispone alla discesa in se stessi e all`introspezione, all`ascolto interiore e alla meditazione. Una profezia per l`Occidente, e insieme un percorso di ricerca ancora incompiuto.




Hierapytna Project